domenica 4 marzo 2012

L'insegnamento di matematica e scienze

Didattica delle 150 ore, Tullio De Mauro, Edfitori Riuniti, 1976
Nell'Aprile del 1973, con la firma del contratto di lavoro dei Metalmeccanici e la conquista di 150 ore retribuite per la formazione, si concludeva una importante stagione di lotte sindacali e se ne apriva un'altra che avrebbe realizzato una estesa generalizzazione di quella conquista contrattuale e assicurato un forte e decisivo impulso di rinnovamento per la scuola italiana.
Fabbrica e Scuola incrociavano allora le rispettive problematicità,
entrambe attraversate da grandi movimenti di trasformazione per nulla riconducibili agli schemi classici della cultura politica e sindacale di quel primo ventennio di storia repubblicana.

§ Perché le "150 Ore"?
§ Perché la più importante categoria dell'industria sceglieva di destinare
alla formazione una parte dei benefici contrattuali ottenuti con lunghe e costose lotte?
§ Quale idea di scuola e quale bisogno di formazione avevano dato origine
a una scommessa così impegnativa?

Ritorniamo trent'anni dopo a interrogarci su quel "passaggio storico" perché nella scuola, nel sindacato, nel lavoro sociale sentiamo il bisogno di ritrovare oggi un equivalente di pari forza a quella coppia "Fabbrica e Scuola" che nel 1973 racchiudeva significati di portata strategica.
Il Movimento Sindacale incontrò grande difficoltà a gestire politicamente
quella sua conquista e ben presto ne lasciò la gestione agli operatori scolastici. Non fu un disconoscimento di paternità, ma il movimento sindacale non seppe allora interrogarsi sulle ragioni di quelle difficoltà. La Scuola fu madre adottiva delle "150 Ore", talvolta matrigna, e pur tuttavia lì sono state investite molte energie e lì sono maturate esperienze entusiasmanti e generose, talvolta ingenue e spesso effimere, sempre rinnovate negli ultimi trent'anni.
Nella Scuola, nell'Educazione degli Adulti, si sono misurati in trent'anni
migliaia di insegnanti, centinaia di migliaia di uomini e donne adulti di ogni condizione sociale e di ogni nazionalità hanno praticato il diritto di cittadinanza attiva nella scuola; l'offerta si è estesa in forma diffusa su tutto il territorio nazionale e su tutte le soggettività presenti nell'universo adulto. Le conquiste contrattuali del 1973 e degli anni successivi in materia di diritto allo studio si sono sviluppate quindi su un terreno fecondo e questo elemento ne ha garantito la continuità anche quando era ormai esaurita la spinta dei consigli di fabbrica e delle avanguardie sindacali.


il giovane Walter Maraschini


1976, LE 150 ORE


Intorno alla formazione in età adulta sono state realizzate esperienze di valore emblematico, ispiratrici delle intese che negli anni '90 hanno dato sostanza a quel disegno del "sistema integrato" fortemente voluto dal movimento sindacale, e sono anche cresciuti forti interessi, talvolta di natura speculativa, alimentati dagli ingenti finanziamenti del Fondo Sociale Europeo attraverso i Piani Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR).
La difficoltà a delineare a una strategia complessiva in materia di
formazione espone il sindacato al pericolo di restare spettatore inerte di politiche segmentate e contraddittorie, condizionate da un neo centralismo regionale che tratta il diritto all'istruzione e alla formazione in età adulta alla stregua dell'addestramento professionale, come bisogno a domanda individuale.

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